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Storia Del Campionato Italiano Di Calcio - Stagione 1996-1997 (Racconto)

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Storia del Campionato Italiano di Calcio: Racconto della Stagione 1996-1997

Costantemente in testa alla classifica nell'arco del torneo, fece ritorno allo scudetto, in un torneo molto equilibrato, la Juventus di Marcello Lippi, già Campione d'Europa e destinata anche a trionfare, nel corso della stagione, in Coppa Intercontinentale. Con un Milan che cedette di schianto dopo un decennio di trionfi, i principali avversari dei bianconeri furono l'Inter, in crescita, e il Parma del giovane allenatore Carlo Ancelotti, che l'anno prima aveva ottenuto la promozione in Serie A con la Reggiana.
Il torneo partì l'8 settembre 1996, inaugurato da un gol da antologia del milanista George Weah, che scartò in progressione sette giocatori del Verona prima di depositare la palla in rete. La Juventus dei nuovi acquisti Vieri e Zidane, pur partita con qualche prestazione opaca, si ritrovò in testa alla quarta giornata. Il 13 ottobre i bianconeri, cadendo a Vicenza, permisero all'Inter di andare in vetta, ma la vittoria nello scontro diretto della settimana successiva permise alla Signora di sorpassare i rivali. Nelle giornate seguenti Inter e Juventus continuano ad alternarsi in vetta alla classifica, mentre a fine novembre fu il sorprendente Vicenza dell'emergente allenatore Francesco Guidolin a dare qualche grattacapo ai bianconeri. Decisiva per la fuga della squadra di Lippi fu la vittoria ottenuta in rimonta sul Verona il 15 dicembre; al diciassettesimo turno i bianconeri erano saldamente in testa, con quattro punti sulla Sampdoria del bomber Vincenzo Montella, strappato in estate ai rivali del Genoa, cinque sull'Inter e sei sul Vicenza e sul Parma. Il Milan, campione d'Italia uscente, andò invece incontro a una crisi di risultati a cui non seppe porre fine neppure il ritorno di Arrigo Sacchi, chiamato a sostituire Oscar Washington Tabárez, esonerato a dicembre dopo la sconfitta esterna nell'undicesimo turno contro il Piacenza (3-2). Alla fine i rossoneri si piazzeranno all'undicesimo posto.
Il girone di ritorno sembrò iniziare bene per la Sampdoria che, espugnando in rimonta il Meazza (3-2 sul Milan), il 2 febbraio, si portò a -2 da una Juventus bloccata sullo 0-0 a Cagliari. A partire da quel momento, però, i genovesi calarono improvvisamente il ritmo, favorendo la fuga dei bianconeri; si fece dunque avanti il Parma, ma sembrò troppo tardi. Il 6 aprile, gli uomini di Lippi ottennero una storica vittoria per 6-1 in casa del Milan e il Parma poté solamente avvicinarsi quando, la settimana successiva, la capolista crollò in casa contro l'Udinese di Zaccheroni. Furono proprio i friulani, che il 21 aprile espugnarono anche il Tardini, a danneggiare i sogni di rimonta dei gialloblù. Si arrivò così allo scontro diretto del 18 maggio allo Stadio delle Alpi: il vantaggio dei ducali, che avrebbe ristretto a tre le distanze fra le due formazioni, fu vanificato da un rigore concesso da Pierluigi Collina per un fallo su Vieri. Fu così che venerdì 23 maggio bastò un pareggio contro l'Atalanta del capocannoniere Filippo Inzaghi (24 reti), per festeggiare il ventiquattresimo titolo con una giornata d'anticipo. Per i gialloblù rimase solo la consolazione della prima qualificazione alla Champions League: da quest'anno infatti la UEFA iniziò un radicale restyling delle proprie manifestazioni, ed aggiunse un secondo posto nella massima competizione europea per gli otto migliori campionati europei, tra i quali in prima fila vi era quello italiano.
In zona UEFA, un finale col freno a mano tirato costò al Bologna la qualificazione europea a tutto vantaggio di Sampdoria e Udinese: per i friulani fu l'esordio sul palcoscenico continentale e, sotto la guida del presidente Giampaolo Pozzo, la consacrazione come autorevole e stabile realtà del calcio italiano per gli anni a venire. In coda, salvezza anticipata e senza patemi d'animo per la Roma, disastrata da alcuni acquisti sbagliati ma non altrettanto per il Napoli, crollato alla distanza dopo uno sfolgorante avvio. Immediato, invece, il ritorno in B per la Reggiana, il Verona e il Perugia; gli umbri, al ritorno in massima serie dopo 15 anni, furono condannati dalla classifica avulsa, che mandò allo spareggio il Cagliari e il Piacenza. Vinsero, per 3-1, gli emiliani; i rossoblu ritornarono tra i cadetti dopo sette stagioni.

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