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Storia Del Campionato Italiano Di Calcio - Stagione 1999-2000 (Racconto)

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Storia del Campionato Italiano di Calcio: Racconto della Stagione 1999-2000

La stagione partì il 29 agosto 1999 con le cosiddette Sette sorelle del calcio italiano tutte in lizza per il tricolore. La nuova Inter di Marcello Lippi rinforzatasi in estate grazie all'acquisto record di 90 miliardi di lire di Christian Vieri era però la squadra sulle quali ricadevano le maggiori aspettative. I nerazzurri andarono in testa da soli alla quinta giornata ma furono ben presto superati da Lazio e Juventus che diedero vita ad un duello acceso. Le due squadre si presentarono appaiate in classifica allo scontro diretto del 28 novembre all'Olimpico che si risolse però con uno 0-0. I bianconeri di Carlo Ancelotti e i capitolini di Sven-Göran Eriksson proseguirono a braccetto per diverse domeniche tallonati inizialmente dalla rinnovata Roma di Fabio Capello, ma poi il calo dei giallorossi consentì alle due squadre di staccarsi dal resto del gruppo. A chiudere l'anno in testa fu la Lazio, ma a conquistare il titolo d'inverno fu la Juventus il 16 gennaio con un punto di vantaggio sui rivali biancocelesti.
I torinesi riuscirono a mantenere la vetta per diverse domeniche, ma furono costretti a far fronte anche all'inaspettato assalto del Milan campione uscente che battendo la Lazio 2-1 a San Siro il 20 febbraio si inserì nella lotta raggiungendo i romani al 2º posto a -4 dai bianconeri. Quello dei rossoneri fu però un fuoco di paglia; perdendo infatti il 5 marzo il derby contro l'Inter abbandonarono la possibilità di un bis-scudetto. La lotta diventò quindi definitivamente a due, ma il 19 marzo, complice la sconfitta della Lazio in quel di Verona, i punti di vantaggio della Juve diventano addirittura 9. Il campionato sembrava finito, ma a riaprirlo ci pensò il Milan che la domenica dopo batté la Juventus a Milano con una doppietta del giovane bomber ucraino Andriy Shevchenko e consentì alla Lazio, vittoriosa nel derby, di portarsi a -6. Il 1º aprile ci fu lo scontro al vertice a Torino in cui la Lazio vinse con un gol dell'argentino Diego Simeone.
La Lazio, quindi, tornò a credere nello scudetto. Tuttavia, alla trentesima giornata, un pareggio a Firenze permise alla Juventus di andare a +5. Contrariamente alle previsioni, la Juventus accusò tutto d'un colpo la fatica dovuta alla decisione di partecipare all'Intertoto l'estate precedente per non rinunciare all'Europa (a differenza dell'Inter, che, nelle medesime condizioni, rinunciò all'Intertoto), rovinando la preparazione: i bianconeri caddero anche a Verona vedendo riavvicinare la Lazio a -2. Si arrivò così alla penultima giornata quando la Juventus ospitava a Torino il Parma: coi torinesi in vantaggio per 1-0, all'ultimo minuto l'arbitro Massimo De Santis interruppe un'azione di calcio d'angolo del Parma che poi vide Fabio Cannavaro, difensore dei parmigiani, andare in gol.
Il finale del Campionato fu rocambolesco e sorprendente: all'ultima giornata la Lazio vinse facilmente la sua partita casalinga con la Reggina, ma la sorpresa venne dallo stadio Renato Curi, proprio come ventiquattro anni prima, con il crollo della Juventus per mano del Perugia di Carlo Mazzone, in una partita passata alla storia: l'arbitro Pierluigi Collina, decise di sospendere la partita sullo 0-0 per impraticabilità del campo per pioggia, per poi farla proseguire non appena il campo, che divenne "pesante", ebbe drenato tutta l'acqua riversatasi sul terreno di gioco, fra le proteste dei bianconeri che volevano ripeterla, come da regolamento. In effetti, il secondo tempo comiciò alle 17.11, con oltre un'ora di ritardo a causa di un nubifragio che aveva allagato il campo. E la squadra di Mazzone, per ironia della sorte tifoso storico ed ex allenatore della Roma, grazie ad una giocata del capitano perugino Alessandro Calori fece cadere la Juventus sul traguardo di un campionato che fino a pochi giorni prima sembrava vinto, consegnando di fatto il tricolore ai biancazzurri. La Lazio vinse così, quel 14 maggio, il suo secondo scudetto.
In coda retrocessero Piacenza, Cagliari e Venezia, ed infine il Torino che perse a Lecce l'ultima decisiva partita. Uno spareggio a Verona diede all'Inter, ai danni del Parma, una possibilità di qualificazione in Champions League.

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